Nell’ambito della rassegna “Ritorno a Koltès”, ai “Teatri di Vita” di Bologna va in scena in prima nazionale, dal 4 al 6 aprile, “Dans la solitude des champs de coton”, di Bernard-Marie Koltès, una produzione di “Les Bruits de la Rue - Festival Mantsina Sur Scène” con la regia del congolese Dieudonné Niangouna. Lo spettacolo è interpretato dallo stesso Dieudonné Niangouna e da Ludovic Louppé.
La rassegna, che prevede tre prime nazionali, è stata concepita come occasione per rileggere e riamare il grande scrittore Bernard-Marie Koltès , un autore che ha saputo dar voce a un mondo pervaso di solitudini e violenze, commerci e ricatti, sullo sfondo di grette province europee o di insondabili orizzonti equatoriali. E che più di altri ha saputo restituire ai suoi personaggi la parola: una parola che sorge lentamente per dilagare in un oceano sintattico di raffinatezze e di dolori. I suoi monologhi e i suoi dialoghi, scanditi in una perfetta lingua francese, come se i suoi immigrati conversassero sui ritmi di Racine, colpiscono chi ascolta con una forza magnetica straordinaria. Forse è per questo - per i temi affrontati e per il linguaggio adoperato - che oggi, a meno di vent´anni dalla morte, Koltès è il drammaturgo francese moderno più tradotto e rappresentato nel mondo.
In “Dans la solitude des champs de coton” compaiono due uomini che non si conoscono, uno di fronte all´altro, nell´ora che volge verso la sera, in uno spazio sconfinato. Cosa può esserci fra di loro? Un commercio.
E’, questo, uno dei testi più spiazzanti e affascinanti di Koltès: un vertiginoso dialogo tra due uomini, costruito come una cattedrale gotica di frasi e parole che si rincorrono, fedeli a una lingua perfetta e cristallina come solo il francese sa essere. Un dialogo che svela da subito il paradosso della storia: uno dei due cerca di vendere qualcosa all´altro. Non importa sapere quale sia l´oggetto della compravendita (e se sia realmente una compravendita), e non importa sapere se il Cliente voglia davvero comprare qualcosa dal Dealer (il venditore). Koltès descrive il semplice atto della contrattazione di un desiderio: "Se lei se ne va in giro, a quest´ora e in questo posto, vuol dire che desidera qualcosa che non ha, e questa cosa, io, gliela posso dare". E’ questo il folgorante avvio della pièce.
La compagnia Les Bruits de la Rue, che propone questo allestimento, è di Brazzaville (Congo). Quando nel 1997 Brazzaville fu squassata da una guerra civile, i fratelli Niangouna inventano una pratica teatrale come una forma di resistenza culturale, che loro chiamano "le big!boum!bâh!", con scene costruite in un climax fino a un´esplosione e al silenzio. Da questa esperienza Dieudonné Niangouna fonda la compagnia Les Bruits de la Rue , che fin dal nome indica l´importanza della strada dove crea i suoi spettacoli, fuori dai teatri distrutti dalla guerra, cercando di inventare un linguaggio provocatorio. Nel ´99 Niangouna, che è attore, drammaturgo e regista, crea il suo primo spettacolo Carré Blanc. Nel 2005 ha presentato in lettura un suo lavoro alla Comédie Française e ha partecipato al Festad´Africa Festival di Roma, mentre nel 2007 presenterà il suo Attitude Clando al Festival d´Avignone.
"Di quale solitudine parlerò, stasera, - scrive Niangouna nelle note di regia di questo spettacolo - se non della mia, che prende da Koltès il suo pretesto di follia? Della città da dove vengo, di uomini e donne che vi interpellano a voce alta o bassa, vi abbordano con o senza il vostro permesso...". Per affrontare quest´opera, Niangouna ha creato nel 2003 i Cantieri della solitudine: ogni rappresentazione di quest´opera è una nuova versione, un nuovo incontro - o scontro - tra Dealer e Cliente, per cercare di descrivere in modo sempre nuovo e urgente il dolore delle tante piccole solitudini, dal profondo di un paese afflitto da una grande solitudine.
Info: 051 566330
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